mercoledì 4 gennaio 2012

Non sto bene, ma non me ne faccio una colpa

Domenica scorsa, durante il brunch di Capodanno, mi sono ritrovata a pensare ad alcune ossessioni che ho. Comportamenti, rituali, impulsi. Chissà cosa vogliono dire. 

- La mia prima grande ossessione sono i cassetti, gli sportelli e le porte. Se rimangono anche solo un pochino aperti, per sbaglio, vado fuori di testa. Deve essere tutto ben chiuso, e nulla deve sbucare dalle fessure. Vi racconto alcuni episodi salienti: l'altro giorno, nella casa al mare, anni '60, con gli infissi che lasciano un tantino a desiderare, a causa della mia ossessione di chiusura delle porte, sono rimasta chiusa in bagno. 20 minuti di panico per poi capire che bastava mettersi in piedi sul bordo della vasca da bagno e uscire dalla finestra, andare sul terrazzo, e via in cucina. Un altro episodio che mi sovviene riguarda invece uno sportello: ero ad una cena. A casa di una persona. Parlavo tantissimo, come mio solito, ridevo e scherzavo. Ad un certo punto questa persona si alza a prendere il sale e...lascia lo sportello aperto. Non volevo passare per una pazza, quindi non gliel'ho fatto notare. L'ha notato da solo, dopo i 15 minuti in cui mi ha vista cupa, arrabbiata e muta. 

- Forse vi ho già sconvolto abbastanza, ma penso di voler continuare. La mia vita da studentessa è stata costellata dalle ossessioni (dico "è stata" perchè ora sono laureanda, e sento di avere altri problemi ben più gravi). Facciamo alcuni esempi:

> Non usare mai e poi mai il bianchetto sui quaderni. Nemmeno tirare una riga sopra, chiaramente. Semplicemente, la regola è non sbagliare mai! Nella malaugurata ipotesi in cui ciò accadesse, strappate il foglio e ricominciate. Occhio a non lasciare pezzetti di carta sbrindellata o qualcuno lo noterà. Altra regola riguardante i quaderni è: non cambiare mai il colore di biro con cui si scrive. Se inizi un quaderno col nero e lo finisci col blu, che Dio ti fulmini! Per ovviare al problema, compra sempre almeno due penne dello stesso tipo, così se una finisce a metà quaderno, non noterai nemmeno lo sbalzo di tonalità. 

> Si sottolinea solo a matita. Si può evidenziare, ma con criterio: giallo come colore generico, arancione per le cose importanti, verde per le date, azzurro per i luoghi e i nomi degli autori, rosa...beh....se non sai le cose evidenziate in rosa non presentarti all'esame. Qualche volta ho usato il viola, ma erano momenti cupi della mia vita, di cui preferirei non parlarvi. 

> Il posto in cui si studia deve essere ben pulito. Portatevi l'Amuchina gel in aula studio, e con un fazzolettino, pulite prima di iniziare. Non si mangia mentre si studia. Mai. Si può bere l'acqua. Non il caffè. Che poi qualcosa potrebbe sporcarsi.

> Le cose nell'astuccio devono essere pulite, non ci devono essere altre schifezze oltre alle penne. Lavate le cose di tanto in tanto con un panno umido. E mi raccomando, le punte vanno girate tutte nella stessa direzione. 

- Che dite? Continuo? Le mani si lavano prima e dopo aver fatto pipì, una volta sola non basta. Per strada non si cammina mai su grate, tombini e quant’altro, non sia mai che muoio giovane perché ci casco dentro. Non ascoltate i dentisti, i denti non si lavano 3 volte al giorno, almeno 6 o 7. La bustina del thè va messa prima dell’acqua, nella tazza. Altrimenti io non lo bevo. Concludo, anche se le ossessioni non sono affatto finite. 

Poi vi chiedete perché la gente mi odia. 

PS: sono già stata in analisi per 3 anni e non me n'è passata nemmeno una. 

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