lunedì 14 gennaio 2013

Scrivici un post

Primo post del duemilatredici.

Il mio PC si è fatto le vacanze di Natale alla ditta produttrice, ma ora è tornato e finalmente posso ricominciare a battere i suoi tastini consumati. La A e la N non si leggono più, perché quando non so cosa fare scrivo a ripetizione il mio nome. Spero che uno psicologo mi legga e si prenda a cuore il mio caso.

Ecco, dicevo, primo post e ovviamente sono a corto di idee. Continuo a raccogliere argomenti come se non avessi altro da fare, ma lasciano il tempo che trovano.

Tipo l'altro giorno passeggiavo con la mia amica Anna (amo circondarmi di persone con bei nomi) e avevamo davanti un gruppetto di squinzies. Camminavamo dietro di loro in religioso silenzio, apparentemente senza un motivo. Ad un certo punto abbiamo realizzato che, nonostante il freddo rigidissimo, queste cinque ragazzine, rigorosamente affiancate anziché incolonnate sul marciapiede, e distribuite secondo un preciso ordine di altezza (che teneva in considerazione anche code di cavallo e cotonature sul davanti), indossavano, sotto leggeri giubbini a dir poco primaverili, con al limite un sottile contorno di pelliccia, solo leggings. Ovviamente le pulzelle avevano frainteso l'utilizzo di queste calze senza piede, scambiandole per pantaloni. Avevano le fantasie più disparate, ma non riesco a ricordarle, e so che se chiedessi ad Anna anche lei avrebbe difficoltà a descrivermele. Il fatto è che queste giovincelle avevano un culo ipnotico. Camminavano, fissavo le loro chiappette, piccole, ma piccole, che non ricordo di averle avute così manco ad otto anni. Tonde. Ritmate. E niente. Io e la mia amica, che insieme abbiamo quasi 60 anni, siamo state zitte per un lungo tratto di strada perché le terga di queste sbarbine avevano avuto su di noi un effetto lisergico. Anna mi ha detto: "Scrivici un post". Ciò mi ha dato molto su cui riflettere. Ma mi sono obbligata a smettere subito.

Oppure venerdì sera, quando io e delle amiche, in un locale, siamo state abbordate da un tipo così ubriaco da averci confessato di essere venuto in camper per poter dormire fuori dal pub. Eravamo in 4 e a turno ci ha provato con tutte, utilizzando con ognuna pretesti diversi, il che l'ha reso molto simpatico, se non altro perché si è applicato, nonostante con quel quantitativo di alcool in corpo gli si impastasse la lingua o gli offuscasse i pensieri. Ha snocciolato tante di quelle frasi idiote che avrei voluto avere un taccuino sotto mano. E subito il suggerimento delle amiche è stato: "Scrivici un post".

Oppure ancora ieri sera. Alice mi manda un messaggio per dirmi di guardare chi è ospite da Fazio: Lapo Elkann. Dovete sapere che lui è il mio idolo trash assoluto. Io di idoli trash ne ho parecchi, ma lui è davvero il primo della lista, seguito da Maurizia Paradiso e Marisa Laurito. Non prendetemi in giro, vi prego, ho già tanti problemi. Ascolto le stronzate che dice pendendo dalle sue labbra. Ieri ad esempio ha detto che vuole fare una carrozzeria gessata per un'auto. Non è un uomo meraviglioso? Lui vorrebbe vedere strisce bianche ovunque.  E poi tirarle su col naso. Che altro ha detto? Ah, sì, che il frigo lui ce l'ha in denim. E che si sente una pianta che rappresenta la vacanza. E capite che lo invitano in prima serata, ed è milionario, ed è famoso in tutto il mondo?! Come si fa a non amarlo? In ogni caso, mentre commentavo via chat in tempo reale la puntata di "Che tempo che fa" con Alice, lei mi fa "Scrivici un post".

Oggi, mangiavo il mio passato di verdure e continuavo a trovare dei piselli interi. E mi sono detta da sola "Cazzo, ormai i piselli non li prendo più manco col Minipimer". E volevo scriverci un post.

Insomma, di spunti ne ho a bizzeffe, ma poi non riesco mai a sviluppare nulla. E' una crisi? Una di quelle che puntualmente affligge i blogger dopo un anno di attività? Ovviamente non so darmi risposta. So che ormai il vero slancio creativo ce l'ho solo su due temi:


  • Gli aggiornamenti random su quello che mi succede, quasi qualcuno di voi m'avesse chiesto di essere reso edotto su ogni cagata che faccio;
  • Gli elenchi di cose belle e cose brutte, perché mi aiutano a fare delle scelte. Donnine, avete mai pensato al fatto che noi ci facciamo un sacco di seghe mentali e non siamo mai decise? Perché non sappiamo cosa ci piace e cosa no. Invece gli uomini, essendo modelli base, mettono un più e un meno vicino alle cose e quindi sanno dire se ne vogliono ancora oppure basta. Voglio diventare come loro. 


Indi per cui il primo post del duemilatredici comincia qui (questa che avete letto era solo la premessa. Ho deciso di scoglionarvi oggi!):

Il random aggiornamento è che in un solo weekend sono riuscita ad ammalarmi e guarire. E' stata un'esperienza mistica: come essere stata asfaltata da un camion. Durante le mie ventiquattr'ore di passione mi sono annoiata tanto. Pensavo: "Dovevo lavorare e adesso oltre alla febbre mi verrà anche il cagotto perché le colleghe che mi stanno sostituendo me lo augureranno" e "Se stessi bene sarei andata in giro per negozi visto che ci sono i saldi". Ma quando hai delle colleghe tenerissime, che invece di venire ad ucciderti ti mandano messaggi di sostegno e ti chiedono come stai, una carta di credito e una connessione a Internet, riesci a passare lo stesso un bel fine settimana. Sembrava impossibile, ma le conversazioni su Whatsapp e lo shopping on line mi hanno fatto il miracolo.  

Cose belle di oggi: la neve che ha imbiancato il paesaggio senza rompere i coglioni sulla strada. Un paese in collina che spuntava dalla nebbia e sembrava un castello su una nuvola. La tisana mango e vaniglia mentre ascoltavo una canzone bellissima. Tempo dell'operazione: 10 minuti e 55 secondi (un'altra turba psichica che ho è misurare il tempo delle attività che mi rendono felice).

Cose brutte di oggi: rimuginare un casino su una cosa su cui so benissimo che devo smettere di rimuginare. Pensare che tutti hanno delle novità e io no. Non aver trovato il pacco dello shopping on line quando sono arrivata a casa (spero sia tra le cose belle di domani).

Fine del primo post del duemilatredici.