sabato 17 novembre 2012

Segreti e stimoli

"Se la tv è un narcotico, il blog può essere un ipnotico potentissimo, siamo rinchiusi nelle nostre casette e non facciamo nulla.
[Daniele Luttazzi]


Trovo questa frase mentre cerco nel web ispirazioni per il laboratorio di blog che devo tenere in questo e il prossimo fine settimana.Così inizio a riflettere sul significato che io attribuisco al mio blog. Amélie Nothomb ha detto: "In quest'epoca in cui anche la più insignificante delle adolescenti esibisce il suo blog, non c'è nulla di più desiderabile di questo: un segreto".

Beh, intanto il mio blog (e fa già 4 volte che ripeto la stessa parola!) l'ho aperto alla bella età di 25 anni, in cui l'adolescenza è finita da un pezzo. 

Sull'insignificanza posso anche darle ragione, non scrivo certo di argomenti culturalmente elevatissimi, ma che cos'è un blog se non una sorta di diario on-line? Che cos'è un blog se non una valvola di sfogo come tante altre, che però non rimane chiusa in un cassetto su fogli ingialliti come una poesia, o attorcigliata alle lenzuola come biancheria intima levata alla svelta, o tra le quattro mura bianco sporco di una palestra in cui andiamo a tirare calci. E' uno sfogo che diventa alla portata di tutti, come una canzone, un quadro, una forma d'arte. E sappiamo bene che l'arte non è percepita da tutti allo stesso modo, né nel farla, né nel fruirla. "L'arte è un pensiero che esce dal corpo, né più e né meno come lo sterco" [Zen Circus]. (Avrete intuito che per argomentare i miei incasinatissimi pensieri ho bisogno di appoggiarmi a destra e a manca citando persone che esprimono le proprie idee meglio di me).  

Questa roba possiamo chiamarla esibizionismo? Mah, volendo sì. Però io non riesco a trovare un'accezione negativa a questo termine. Metà del mondo ama essere guardata e l'altra metà guarda. Si fa del male a qualcuno? No. Credo di aver già parlato di questo argomento in qualche post, ma mi sono accorta che i miei tag fanno schifo nel momento in cui volevo cercarlo per autocitarmi (che è un po' come masturbarsi in pubblico, me ne rendo conto).

In ogni caso, tutto questo non significa che io non abbia dei segreti, figuriamoci. Ne ho, ne ho tantissimi. Non è certo leggendo il blog di qualcuno che posso dire di conoscerlo. Anzi, in questo mondo in cui è così facile avere dei rapporti virtuali, telematici, raccogliere informazioni su qualcuno attraverso i social media, crearsi una visione distorta delle persone, non c'è nulla di meglio che conoscersi davvero. In fondo su Instagram mettiamo solo il nostro profilo migliore, su Facebook scriviamo solo i nostri pensieri più intelligenti, su Twitter "cinguettiamo" solo a proposito delle cose più interessanti che facciamo. Ma le persone sono anche altro, per fortuna. Sono facce stanche dopo una giornata di lavoro, pensieri scoordinati dopo un paio di bicchieri di vino, telefonate inutili durante serate da pensionati passate sul divano perché in città non c'è niente da fare. 


Per tornare al buon Luttazzi, non mi sembra affatto che il blog sia un ipnotico, un sedativo. Io sinceramente non mi sono mai sentita tanto sveglia, desiderosa di dire la mia, di uscire per il mondo a vedere cosa c'è di cui parlare. E anche quando leggo i blog di altri, così come un giornale, o un libro, non mi accontento di aver sentito l'opinione di qualcuno, mi attivo per costruire la mia. Quindi no, caro Daniele, i blog non sono affatto degli ipnotici, semmai degli stimolanti.

Segreti e Stimoli. Sono due bellissime parole, due bellissimi concetti, che mi fanno tra l'altro pensare a quando ci si innamora di qualcuno. La voglia di avere dei segreti, qualcosa da proteggere dal resto del mondo, e di ricevere degli stimoli, di "contaminarsi" vicendevolmente. Stucchevole, vero? Sì, infatti. E' solo che non sapevo come concludere questo post







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