mercoledì 20 marzo 2013

Prima Giornata Mondiale della Felicità

Una risoluzione ONU del 28 giugno 2011 delibera che oggi, 20 marzo 2013, si celebra la prima Giornata Internazionale della Felicità. Stamattina, quando ho appreso la notizia, ho cercato di riflettere sul significato di felicità. Il periodo non sembra essere dei migliori, visto che la mia meteoropatia è così accentuata da rendermi assai difficile la vita. Ieri, ad esempio, ero felice, oggi no. Eppure ieri lavoravo, oggi sono a casa. Ieri avevo l'incombenza di una visita medica e oggi no (sono anche ipocondrica e latrofobica allo stesso tempo, ve l'avevo mai detto?). Semplicemente ieri c'era il sole e oggi il clima è uggioso. Comunque, torniamo alla nostra Giornata Mondiale della Felicità o come al solito, non ne usciamo vivi.

Una canzone che mi rende felice:

molto banalmente, questa http://www.youtube.com/watch?v=d-diB65scQU

Un'immagine che mi dà l'idea di felicità:



Frasi che mi piacciono di più sulla felicità:
  • Felicità: una gradevole sensazione scaturita dalla contemplazione della sofferenza altrui. (Ambrose Bierce)
Postilla: Amo Bierce, e il Dizionario del Diavolo per me è un capolavoro di disarmante verità. Non puoi definirti cinico se non l'hai mai letto e amato, non puoi definirti romantico se non l'hai disprezzato. *stop al momento "Consigli letterari"*
  • La chiave della felicità è la disobbedienza in sé a quello che non c'è. (Afterhours)
Ecco, come molti testi degli Afterhours, anche questa frase risulta oggettivamente scarsamente comprensibile e la cosa bellissima è poterla interpretare a proprio piacimento. Per me significa che se dentro di me una cosa non esiste (qualcosa che per altri costituisce un valore, un ideale, o un sentimento), l'unico modo per rendermi felice è non assecondarlo. Voilà. 
  • Dio ha messo la felicità dappertutto, è ovunque, in tutto ciò in cui possiamo fare esperienza. Abbiamo solo bisogno di cambiare il modo di guardare le cose. (Into the Wild)
Dio togliamolo, non ci credo. Io ci metto Madre Natura o qualcosa di simile. Adoro Into the Wild, perchè il protagonista vive al contrario di me, rischia tantissimo, mangia selvaggina, resiste nella solitudine. Io vivo nella bambagia delle mie piccolissime certezze da cui mai mi schiodo, sono circa vegana, urlo "voglio stare sola!" e dopo due minuti mi attacco al telefono. Mi piacerebbe una vacanza selvaggia ma non sono in grado di rinunciare all'igiene e al letto. Vorrei bruciare la mia tesi di laurea in segno di spregio al sistema, ma purtroppo non riesco a laurearmi. 

Le cose che mi rendono felice sono le più diverse e disparate. Sono tutte cose effimere, perchè io credo che la felicità sia un attimo, non una condizione. Felicità è una padellata di verdure cotte alla perfezione e con un sacco di spezie, ti sazi, non ingrassi e senti il profumo di un viaggio; felicità è una cena in compagnia, mangiare, bere e parlare insieme; è la canzone giusta che passa in radio mentre accendi la macchina, o quella che ti fermi ad ascoltare fino alla fine mentre sei già al parcheggio; è un thè con le amiche, o un thè da sola, il thè rende felici e basta; è un libro speciale che vorresti non finire mai; è fare un lavoro che ti piace e che quotidianamente riesce a strapparti un sorrisino anche se sei nella merda fino al collo; è un sms che aspettavi; è un concerto d'estate, con la birra gelata nel bicchierone di plastica; è un complimento su una cosa che hai ottenuto sudando; è prendersi la scossa con qualcuno a cui vuoi bene e ridere a casaccio per quanto è successo; è quando per una cosa stupida ridi fino alle lacrime e il giorno dopo hai l'acido lattico agli addominali perchè hai riso troppo.

Vi lascio con una mia perla inestimabile: "Ci sarebbero altre mille storie da raccontare, ma non sono mica Papà Castoro".

Buona giornata felice a tutti!

mercoledì 6 marzo 2013

Black

Nella stessa settimana ho avuto una giornata bellissima e una giornata di merdissima, un giorno di sole da stare quasi in maglietta e una nevicata, picchi di salute e picchi di malessere. E la settimana è solo a metà. Marzo pazzerello, dicono. Pazzerello un cazzo, chist'è propr scemo. Marzo arriva dopo Febbraio, che io apprezzo per la rapidità con cui scorre, ma si interpone tra quest'ultimo e Aprile, che è il mio mese preferito, ovviamente, perchè sono nata io.Tante cose brutte della mia vita sono successe a Marzo, e con lui parto prevenuta. Insomma io Marzo lo odio.

Non mi piace provare brutti sentimenti, purtroppo però ne provo tanti. 

Provo l'odio, per Marzo ad esempio, o per chi lascia un goccia di succo di frutta nel cartone, e io arrivo assetata e non ne trovo abbastanza.

Provo la delusione, se mi sento messa da parte da qualcuno a cui voglio bene o da me stessa.

Provo l'invidia per gli altri, come conseguenza del mio sentirmi spesso e volentieri inadeguata o insufficiente.

Provo la tristezza, quando piove per troppi giorni o ripenso a certi giorni di certi Marzi passati.

Provo la rabbia quando non ottengo ciò che voglio e quando gli altri mi dicono che sono viziata senza sapere nemmeno di cosa stanno parlando. 

E' difficile "chiamare" i sentimenti brutti con il loro nome, riconoscerli, accettarli. Sembrano tutti la stessa cosa. Se dovessi rappresentarla sarebbe un gomitolo nero. Disordinato, appallottolato. Molti lo collocherebbero nella pancia, io lo metterei nella testa, perchè è lì che sento dolore quando provo qualcosa di brutto.

Ma ora basta incupirsi. Metto su un thè, d'accordo? Nero, comunque. 









venerdì 1 marzo 2013

Elogio di cose a caso

Non accade spesso, ma quando accade è favoloso. E stamattina è successo.

Mi sono svegliata riposata, senza il minimo accenno di malessere (nonostante la mia giovane età ho perennemente mal di testa, schiena, denti. Un dolore al giorno, secondo una variabile casuale).

Il piacere di farsi la doccia dopo una lunga giornata e andare a dormire in lenzuola pulite e straordinariamente anche stirate deve essere stato tale da provocarmi qualcosa di più simile ad un coma che ad un sonno. 

Nove ore di inesistenza, poi un timido spiraglio di luce e rieccomi in vita. Un caffè d'orzo macchiato con latte di soya, qualche biscotto della salute (perchè se non faccio la radical chic del cazzo non sono io), un'altra doccia (non riuscirò mai a salvare il pianeta se continuo a lavarmi così spesso) e poi mi sono attaccata al pc.

Il pc è un oggetto che è in grado di soddisfare la maggior parte dei miei desideri senza pagare. Posso ascoltare musica, leggere libri, guardare film, parlare con persone, sfogliare giornali, guardare vetrine. Esiste qualcosa di meglio? Sì, esiste. E' ciò che il computer non può darci: il cibo, i viaggi, il sesso, camminare, fare tutte le cose di prima ma davvero e non per finta, quindi andare a un concerto, al cinema, leggere tenendo una cosa di carta con tante pagine in mano, abbracciare qualcuno, toccare i vestiti nelle bancarelle. 

Divago, come sempre. Quello che volevo dirvi è che dormire bene è proprio una cosa fighissima, non me la ricordavo più. E forse svegliarsi bene è una logica conseguenza. Come quando metti in ordine l'armadio, la libreria, una stanza della casa e poi senti che ti è più facile prendere una decisione, perchè la logica conseguenza dell'azione è stata che anche i pensieri si sono sistemati. A voi non succede? 

Quando mi sveglio bene provo una strana sensazione. Mi sento aperta. E' aperta la testa, è aperto il cuore, è aperto il torace. Ho voglia di captare informazioni, fremo come se dovessi innamorarmi e respiro più forte. Alla sensazione di apertura si accompagna un'atmosfera sospesa, come se qualcosa dovesse accadere. Perfino il clima oggi è sospeso. Non piove, non c'è il sole, non è buio, non è luminoso. E' lì e basta. C'è e sembra aspettare qualcosa. Come me. 

Oggi sto così.