venerdì 29 giugno 2012

Holiday mode: ON

E' venerdì, da un'ora sono ufficialmente in vacanza, stasera si parte. Il gaudio mi pervade, ma il dramma è dietro l'angolo. 

In questo istante vorrei essere un uomo, riempire una busta della Coop con un paio di mutande, un telo mare, un Badedas e uno spazzolino e avere addosso soltanto delle bermuda della Billabong senza porta-palle e le infradito. Ah, l'immagine della libertà.

Invece sono una donna e come tale ho un sacco di cose da fare. Intanto devo farmi la ceretta ovunque e di conseguenza soffrire come una cagna malata. Poi devo preparare i costumi, almeno tre diversi perchè se metti sempre lo stesso ti rimane un unico segno del sole. Se ne metti tanti...te ne rimangono tanti (ops!). Le creme, almeno tre tipi di protezione perchè bisogna iniziare con quella altissima e poi scendere. Un olio per intensificare l'abbronzatura e avere colore e consistenza untuosa di un pollo arrosto. Seicento prodotti per lavarsi e incremarsi dopo la doccia. Ottantadue asciugamani, uno per ogni zona del corpo + quelli per la spiaggia. Un libro, l'Ipod, la lima per le unghie, le pinzette per levarsi i peli incarniti in spiaggia, una macchina fotografica, tre paia di occhiali da sole e tre borse per cambiare un po'. Vestiti per la spiaggia e vestiti per uscire, ciabatte per la spiaggia e tacchi per la sera. Trucchi, non dimentichiamo un po' di trucchi che non si sa mai. Non troverò mai le cose adatte, mi mancherà sempre qualcosa, compresa una valigia che contenga tutte queste cose e che non sia di un colore troppo assurdo da portarsi appresso. Nota bene: questo solo per il weekend. Quando Malika Ayane cantava "...d'estate muoio un po'..." si riferiva senza dubbio al tragico momento in cui doveva chiudere il trolley. 

L'idea di prendere un treno carica come un mulo non mi esalta per niente. Invece mi esalta l'idea di vedere il mare, sentire la sabbia sotto i piedi, dormire seimila ore, fare lo scrub con le pietroline sul bagnasciuga, mangiare granite come se non ci fosse un domani e leggere Vanity Fair, ma anche no. Ovviamente non potrò fare a meno di polemizzare sulla cafonaggine dei vicini di ombrellone e di pianificare infanticidi a causa del sollevamento della sabbia con le pallonate, ma a questo penserò lunedì. 

Lo so, questo post è utile come il classico servizio di Studio Aperto su culi, tette, banalità varie ed eventuali e con il tormentone dell'estate di sottofondo.

In compenso non dovrete più farvi il foglietto con l'elenco di cosa portare in vacanza perchè ve l'ho fornito, non ho parlato di culi e tette perchè sul mio culo e sulle mie tette non c'è nulla da dire e la colonna sonore potete sceglierla voi. A me piace tantissimo questa perchè è davvero come l'estate: calda, un po' porca e dura poco. 

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