mercoledì 28 marzo 2012

Non pensare troppo, mi raccomando

Aggiornamenti/ragionamenti random: 

  • Minchia, ma avete visto che è primavera-quasi-estate? Le pelle è sempre più scoperta, gli ormoni sempre più in subbuglio, il polline sempre più invadente, i concerti sempre più imminenti e gli aperitivi sempre più lunghi. Bello, no?
  • Tutte le mie compagne di corso si stanno laureando, mentre io sono qui a "bamblinare" (ma è italiano?) senza sapere cosa sarà del mio futuro. Triste, no?
  • Ho capito che se uno non ti cerca è perchè non ti vuole, quindi è inutile che lo cerchi tu, tanto non ti vuole. Elementare, no? 
  • Sto per fare il giro di boa. 26 anni. Matematicamente tra meno di una settimana sarò più vicina ai trenta che ai venti. Roba che a una persona normale verrebbe quasi voglia di laurearsi, accasarsi, fare delle cose serie, avere dei bambini. E invece io mi sono fatta un tatuaggio. Per dire, no? 
Fine. Ammazza che vita intensa. 

lunedì 12 marzo 2012

Briciole.

Sapersi fermare è una delle virtù che negli altri invidio maggiormente. Io non ne ho proprio la capacità. Ci provo, mi impegno, mi mordo le mani, ma nulla, non mi fermo.

Smettere di parlare quando capisci che è il caso di non dire più nulla. Io continuo, a costo di farmi una figura di merda, litigare, avere ragione.

Smettere di andare avanti in un'impresa quando capisci che è miseramente fallita. Io continuo, finchè non vengo sepolta e immobilizzata dalle macerie di quello che è stato.

E poi c'è una cosa che proprio non posso smettere di fare. Sperare. E' incredibile come della speranza io riesca ad accontentarmi anche solo delle briciole.




venerdì 9 marzo 2012

Cose che mi piacciono

Dopo il mio elogio al venerdì, ho cercato di pensare ad altre cose che mi piacciono:


Mi piace quando parlo di qualcuno e subito dopo lo incontro e così posso dire, senza bugie e conseguenti sensi di colpa, "stavo proprio parlando di te!" con aria stupita e felice. 

Mi piace mettere la musica alta e iniziare a cucinare, soprattutto affettare le verdure.

Mi piace svegliarmi con il caffè già preparato da qualcuno che si è alzato prima.  

Mi piace comprare un biglietto per un concerto e dimenticarmene. E poi ricordarmene il giorno prima dell'evento e sentire la frenesia di andarci. 

Mi piace stare zitta e guardare con aria interrogativa una persona quando a questa non viene in mente una parola; anche se la so cerco di resistere e dirla solo all'ultimo, quando vedo che uno è sfinito.

Mi piacciono i prati con l'erba tagliata perfettamente e mi piace chiedermi come mai l'erba del mio giardino è asimmetrica. Ma fa lo stesso, in ogni caso mi tolgo le scarpe e la schiaccio con i piedi. 

Mi piace pensare di essere magra quando ho addosso qualche vestito con cui mi sento bene. 

Mi piace fare degli abbinamenti di cibo schifosi. Il mio preferito è pucciare la carota cruda nello yogurt all'albicocca, usandola come cucchiaino. 

Mi piace quando i bimbi mi abbracciano senza un motivo. A me viene voglia di morderli e penso che non potrò mai avere un bambino mio, potrei fagocitarlo durante un attacco di tenerezza. 

Mi piace il male che fa l'ago quando perfora la pelle mentre faccio un prelievo del sangue o un piercing. A volte mi piace prendere un ago e far uscire una gocciolina di sangue dalle dita. Mi piace il modo in cui la gocciolina esce, che sembra che si gonfi come un palloncino. 

Mi piacciono le mostre d'arte, ma mi annoio dopo un po'. Vorrei poterle visitare velocemente e freneticamente, ma se ho pagato tipo 10 euro di biglietto devo stare almeno un po' dentro, sennò non ne vale la pena. 

Mi piace, quando sono arrabbiata, disegnare delle spirali con i pastelli o i pennarelli. A dire il vero anche quando non sono arrabbiata. 

Mi piace iniziare un libro nuovo in una giornata di sole. O di pioggia, fa lo stesso. Mi piace iniziare i libri nuovi, ma prima leggo sempre l'ultima frase per vedere se il finale me lo aspettavo o meno. 

Mi piace cucinare i dolci all'ultimo momento, trovando subito tutti gli ingredienti in casa. Quando arriva qualcuno all'improvviso e in dieci minuti preparo una torta mi sento realizzata. 

Mi piace infilare le mani nel sacchetto del riso quando lo apro, il rumorino che fa, l'amido che resta sulle mani e le fa diventare morbide e mia madre che mi urla "che schifo, basta toccare 'sto riso!".

Mi piace quando vai in un negozio, non hai abbastanza soldi e a un certo punto il commesso dice "Va bene così!". 

Mi piace quando nevica e io sono incavolatissima e Achille invece scodinzola esagitato chiedendosi che cos'è quella roba bianca, bagnata e fredda. 

Mi piace andare al mare e fare una vita da vecchia. Svegliarmi presto, mangiare un sacco di roba a colazione, andare a camminare, stare tutto il giorno in spiaggia e andare a dormire prestissimo, che il letto sembra muoversi dopo aver sentito per tutto il giorno in mare e la pelle ti brucia a contatto con le lenzuola. 

Mi piace ascoltare Alton Ellis o Solomon Burke, quasi sempre alla domenica mattina. 

Mi piace passare un sacco di tempo a pensare a cosa vorrei fare o come vorrei arredare la mia casa o a  dove vorrei andare in vacanza e soprattutto a come fare soldi per realizzare quanto ho pensato.

Mi piace bere un bicchiere di vino insieme a qualcuno mentre si aspetta che la cena finisca di cuocere. Mi fa sentire una persona sofisticata senza un vero motivo. Nel mio immaginario gli intellettuali benestanti bevono ogni sera prima di cena. 





Finesettimana

Il venerdì è il mio giorno di decompressione e io lo amo. Non potrei vivere senza il venerdì. Mi piace tantissimo svegliarmi al mattino, presto, anche dopo poche ore di sonno, fare colazione e andare al lavoro. E lavorare di venerdì mi sembra una cosa bellissima, perchè anche se fai una fatica atroce, anche se sei stanco morto, anche se hai a che fare con teste di cazzo a cui vorresti solo spaccare l'arcata dentale a picconate, beh...è venerdì. Sai che presto arriverai a casa, ti infilerai la tuta, accenderai il pc, la tv, la radio o aprirai un libro e basta, fino a lunedì non se ne parla più. Arrivo in casa e mi dimentico di tutto e tutti. La mentre è sgombra da pensieri negativi. Sembra banale, ma gli altri giorno questo non mi succede; vorrei vivere ogni giorno come se fosse venerdì. E poi la sera del venerdì...ah, la adoro! Esco anche con la carogna addosso, o stanca, o sfatta, chissenefrrega. Che bello è uscire di venerdì sera e tornare a casa col faccione spaccato dalle troppe birre e dormire al sabato mattina? O anche svegliarsi, tanto è sabato, si può dormire anche di pomeriggio. Al sabato sera non mi interessa uscire, c'è troppa gente in giro, e a me la gente non piace poi così tanto, soprattutto la gente che esce di sabato sera. E poi arriva la domenica. Ecco, lei la odio. Sarà che è il giorno del Signore e io sono notoriamente una mangiapreti figlia di Satana. Sarà che ogni minuto della domenica (peraltro lungo un'eternità) non fa altro che ricordarti che il giorno dopo è lunedì. Ho letto da qualche parte il lunedì in verità comincia la domenica appena finito pranzo. In effetti è proprio mentre ti gusti il dolce che pensi: "cazzo, domani è lunedì!" ed è esattamente in quel momento che smetti di goderti il weekend ed entri in modalità "settimana lavorativa". E come mai quando capita qualcosa di positivo e ti sembra di non averne abbastanza si dice "Eh, ma non è mica sempre domenica!". Mammmenomale che non è sempre domenica, la domenica fa schifo! D'ora in avanti dirò: "Goditela finchè puoi, non è mica sempre venerdì!".

domenica 4 marzo 2012

Cazzomene.

Credo di essere appena regredita alla fase cazzomene. Quando accantoni la cosa a cui tieni di più perchè pensi che tanto non la potrai ottenere. Sì, tipo quando la volpe non arriva all'uva e dice che è acerba. Io dico cazzomene, che più o meno è la stessa cosa. In verità mene tantissimo, ma fingo il contrario per non farmi male. Così passo la domenica a levarmi i peli e mettermi lo smalto invece di piangere attaccata al telefono, o al pc, o ad un qualsiasi strumento pseudotecnologico di comunicazione, che tanto non fa altro che ricordarmi in continuazione che di me non te ne frega una beata minchia.

La fase cazzomene inizia quando uno è consumato dall'attesa di qualcosa che non avviene e ad un certo punto decide che basta, non ne può più. Non la chiamerei rassegnazione. Anche perchè è per l'appunto una fase, destinata quindi a durare per un tempo limitato e ad intervallarsi con altri periodi, tipo sono il tuo zerbino, sentiti libero di calpestarmi. Dico che sono regredita perchè questa roba l'ho già vissuta. E' una cosa del tutto inutile, perchè io sono dell'idea che qualsiasi cosa uno voglia, finchè non ha provato in ogni modo a prendersela non se la può dimenticare. Insomma, secondo me, anche quando le speranze sono pressochè nulle, bisogna sempre arrivare fino in fondo. Dite che è masochismo? Può essere. In effetti preferisco sbattere la testa in un muro piuttosto che non provare nemmeno ad oltrepassarlo, anche se so già che Ghost è solo un film e non ci riuscirò.

Come mai non riesco ad andare fino in fondo questa volta? Forse perchè nonostante la chiarezza e la trasparenza dei miei gesti non hai mai capito un cazzo. Forse perchè in questo momento mi sembri arido come il deserto del Sahara e mi sono convinta che in quel cuore lì sarà difficile far crescere qualcosa. Forse perchè è ora di fare qualcosa per me e smettere di considerarti il centro del mio mondo.

E' la fine. Sarà dura, ma ce la farò.