venerdì 8 febbraio 2013

The importance of being multitasking

Il mio giovane blog sta forse morendo?

Stamattina mi sono svegliata con questa domanda in testa. Il che fa molto "Vi presento Joe Black".

Non so più di cosa parlarvi e ho come il timore che questo dipenda dal fatto di essere eccessivamente multitasking. Ebbene sì. Ho troppi interessi, troppo diversi tra loro, troppi pensieri e troppe personalità, e tenere tutto a bada è troppo difficile. Figuriamoci far pure funzionare un blog!

In questi giorni ho avuto molto tempo libero, dal momento che quasi tutte le mie ore lavorative si concentreranno nel weekend (il fatto che io abbia un lavoro spesso notturno e festivo, cioè in pratica lavoro quando gli altri si riposano, è una metafora della mia vita da bastian contrario) e mi sono meravigliata di quante cose diverse ho fatto.

Per esempio, ci sono stati giorni in cui mi sono infilata tuta e sneakers e sono andata a correre, emozionata dall'aria friccicarella e primaverile che questo febbraio ci ha regalato, stordita dal sole che picchiava sulla neve che stenta a sciogliersi, con il cuore gonfio dalle pulsazioni accelerate e dalle sensazioni di certe canzoni che l'Ipod in modalità random andava a ripescare. Sentire Cat Power mentre il sole tramonta o Bob Dylan mentre hai una strada lunga e deserta davanti non sono cose che capitano tutti i giorni. E ti sembra che il caso non esista, e ti sembra anche di stare in un film.

Oppure ci sono stati giorni in cui mi sono sentita giù di tono e non mi sono meravigliata di nulla, se non della voglia pazza di Nutella che avevo. Io, che sono diventata praticamente vegana e non compro nulla che contenga olio di palma, e faccio la spesa nelle botteghe e all'equosolidale per boicottare le multinazionali. Io, che tuttavia sono nata dove la Nutella la fanno, che ciascuno dei miei parenti ha lavorato almeno per una stagione alla Ferrero, che sono grassa perchè da piccola ho mangiato vagonate di Kinder, io che sono una radical chic del cazzo, ma in quel momento un paninazzo me lo sarei sbranato (e non mangio pane da dieci anni, vabè).

Ci sono stati giorni in cui ho avuto voglia di passare la giornata intera a leggere David Foster Wallace. Io vi dico la verità, molto spesso mi perdo, non capisco, mi ammalo nel vano tentativo di seguire lo svolgersi delle faccende, però amo molto Wallace, perchè poche cose sanno darmi qualche ora di tregua dai pensieri come i suoi libri. Come se leggendo delle vicende altrui mi dimenticassi per  un po' le mie; solo per un po', perchè poi inizio a pensare al suicidio di Wallace e al fatto che una volta finiti i suoi libri non ne potrò mai leggere altri.

Ho però scoperto che mi piace anche L'Oroscopo di Vanity Fair. Ci sono gli uccellini di Twitter come "punteggio" per valutare la giornata. Più uccelli ci sono, migliore sarà la giornata. Toh, un'altra metafora della vita. Un oroscopo giornaliero è superficiale, dozzinale, mediocre, rozzo. Eppure io lo leggo.

Ascolto molte band emergenti, semi-sconosciute, musica sperimentale, quelle robe un po' sofisticate che alcuni ti dicono "Io non capisco". Poi però se sono in palestra e parte una roba tipo Rihanna o Lady Gaga e io mi carico come una molla e non sento più la fatica.

Ieri sera sono stata a uno spettacolo teatrale. Vivo in una città piccola e provinciale, per cui cerco di seguire più che posso le non moltissime iniziative culturali che ci sono. Beh, non si trattava dell'Amleto, era una cosa comico/filosofica. Quelle cose che piacciono a me: fanno ridere, sì, ma danno spunti di riflessioni, ogni tanto ti sparano uno di quegli aforismi di livello che vorresti subito tatuarti in fronte e esci di lì con la sensazione di avere dentro qualcosa in più. Ecco, ieri tornata a casa dallo spettacolo teatrale, ho acceso la TV (che per me funge da Lexotan prima della nanna) e facendo zapping sono rimasta colpita da un programma che parla dei Club Dogo. E vi giuro, l'ho guardato tutto. Mi vergogno molto e forse lo scrivo perchè parlare con qualcuno dei propri problemi è il primo passo per risolverli.

Ecco. E adesso il domandone: di cosa dovrei parlare per non far morire il mio blog?






Nessun commento:

Posta un commento