martedì 19 giugno 2012

Be social, be happy

L'argomento è di questo post è di una banalità sconcertante. Quasi più inflazionato del "biscotto" e del tatuaggio di Stefano e Belen. Quasi più urticante di un servizio di Pomeriggio Cinque.

Siamo troppo, troppo, troppo social. E più diventiamo social sul web, più diventiamo asocial nella vita reale. Mi ci metto in mezzo pure io, e non tentate di alzare le mani dicendo "no è problema mio" perchè non vi credo. A meno che non siate iscritti ad alcun social network. Ma se non lo siete è difficile che stiate leggendo questo post

Capii che il mondo stava cambiando quando mi accorsi che stavo chattando con la mia coinquilina, che si trovava a circa due metri di distanza da me. Ci dividevano una porta aperta e un muro di cartongesso che il lupo Ezechiele avrebbe potuto buttar giù con uno starnuto. 

I social networks cambiano noi, il nostro umore, il nostro concetto di amicizia e di amore.  

Noi diventiamo quello che vogliamo fare vedere che siamo, non è necessario essere sinceri. Magari sono stata tutto il giorno a cazzeggiare su Internet annoiandomi al punto di volermi strangolare con il caramello dei Mars, ma se scrivo come status di Facebook "che bella giornata!" nessuno saprà mai del tedio che ho dovuto patire e penserà "beata lei che ha una vita entusiasmante!". Anche se sono un cesso a catenella, posso mettere una foto dove sono una fregna incredibile, che con ogni probabilità è stata photoshoppata da un amico che si è comprato una reflex e vuole finalmente cimentarsi con i ritratti, ma solo dopo aver pubblicato almeno un paio di album intitolati "My photos", illustranti 200 foto identiche di posacenere pieni, libri di scuola aperti, lattine di birra vuoti, asfalti bagnati dalla pioggia. Forse anche scarpe abbandonate su un prato. 

La foto fa schifo? E' sfocata? E' inutile? Mettiamola su Instagram, scegliamo un filtro a caso, e come per magia diventerà una foto super vintage che ci farà ricevere una pioggia di like dai nostri 500 amici finti. Sì, perchè oggettivamente, chi cazzo la conosce tutta 'sta gente? 

Magari però, tra i nostri 500 amici finti, ce n'è uno che ci piace un po' e riusciamo pure ad uscirci insieme. Fantastico, finalmente si fa qualcosa di VERO! Passiamo una magnifica serata, stiamo proprio bene...Allora arrivo a casa e gli metto un cuoricino in bacheca su FB. Poi mi dico "Perchè non gli ho appoggiato un pezzo di lingua mezz'ora fa mentre ce l'avevo davanti?". Mi viene una crisi autistica e vado a tirare capate allo spigolo del comodino. 

Mi innamoro e cosa succede? Succede che se ti penso tutto il giorno mi basterà guardare su Whatsapp e saprò quando hai preso in mano il tuo smartphone l'ultima volta. Così posso sapere se sei al lavoro, se sei lì che aspetti anche tu una telefonata, se stai cazzeggiando, se hai letto il mio messaggio e non hai risposto, se stai scrivendo e poi cancelli, se sei davvero impegnato come dici. Posso sempre controllare il tuo ultimo check-in su Foursquare, se non sono sicura che tu stia lavorando o studiando. Se ad esempio vedo che sei al mare e non mi hai detto niente, beh, scriverò un bel Tweet su quanta #gentedimerda conosco. Se voglio sapere cosa ti piace per farti un regalo, controllo i tuoi ultimi Pin su Pinterest e vado alla spasmodica ricerca di un oggetto che ti lascia a bocca aperta. Essere uno stalker non è mai stato così semplice. 

Non è cinismo, non è polemica. Io sto sempre attaccata al pc con almeno un paio di social networks alla volta aperti. Se sono fuori casa ho lo smartphone perennemente in mano. Ogni cagata che vedo la fotografo, la posto, la tweetto, la liko, la lovvo, la pinno. Rendiamoci anche conto di come cazzo parlo.  

Manca la luce? Salta la connessione del telefono? Inizio a bestemmiare che in confronto Mosconi era un beginner. Come per una dipendenza da qualsiasi altra sostanza, una tossicomanìa, mi viene la scimmia. Sudo anche un pochino freddo. E invece di andare alla stazione a chiedere con voce roca una moneta, vado dal vicino ad elemosinare la password del suo wi-fi. 







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