mercoledì 21 novembre 2012

Un rutto esistenziale

Non capisco perchè tra tutte le profezie sulla fine del mondo quella Maya sia la più diffusa. Nessuno ci crede, ma intanto a chiunque è balenato il pensiero "E così tra un mese si muore tutti, eh?".

Il mondo potrà anche finire, ma io non ho finito di dire la mia.

A casa abbiamo installato i pannelli solari, i cui costi possono essere ammortizzati soltanto consumando energia per vent'anni. Non possiamo permetterci di morire.

Io devo prendere la Laurea. Non voglio morire prima di aver dato questa soddisfazione ai miei genitori. 7 anni; 30 esami; 12.000 euro di tasse; un numero imprecisato di ore di lavoro per guadagnare i fottuti soldi; un numero imprecisato di capelli, ore di sonno e diottrie persi per sempre. In compenso c'ho guadagnato una bella decina di chili. E comunque no, non voglio morire. Voglio discutere la tesi, far piangere di gioia i miei vecchi e poi  andare un mese in campeggio e dar fuoco alla preziose pergamene per grigliarmi le verdure. Ma casomai dovessi morire, nella prossima vita vorrei essere un sasso, così mi evito tutta questa fuffa, grazie.

Ho ottenuto un contratto a tempo indeterminato da un mese: l'unica botta di culo in una vita costellata di disgrazie e fallimenti. E poi muoio? Ennnnò, eh! Fammi prendere almeno UNA tredicesima nella mia esistenza!

Voglio andare a vivere da sola. Guadagno poco, ma sono brava a risparmiare. So fare la spesa settimanale con 15 euro (senza i fottuti coupon come i pazzi di quel programma di Real Time) e vestirmi con 300 euro l'anno, anche perchè io amo sperperare i miei pochi soldi in cose davvero vitali, quali i libri, i concerti, le mostre e i cd. Sono disposta a rinunciare a queste cose per riuscire a vivere in solitudine e godere di quest'ultima. La solitudine è l'ultimo passo che devo compiere per raggiungere l'ascesi mistica, solo dopo potrò morire. Quindi, caro destino, dammi tempo, ok?

Ci ho messo anni a convincermi e iscrivermi in palestra. E adesso mi sono presa bene a shakerare il mio flaccido culo a ritmo di Zumba (sì, lo so..Dio! Che roba da femmina esageratamente mainstream! Ho ceduto, ok, non rimproveratemi!). Stesso discorso vale per l'acquagym, uno sport che mi sta davvero temprando il corpo e lo spirito, tra il freddo dell'acqua che puoi appenderti dei quadri ai capezzoli e una pazza furiosa che da bordo vasca ti urla che sei una pippa. Ecco, no, dopo anni di tentennamenti, adesso voglio almeno portare a termine le tessere, eccheccazzo.

Il 31 dicembre mio figlio compie un anno, lasciatemelo festeggiare un pochino.

E poi prima di morire mi piacerebbe trovare anche un fidanzato. Uno vero, eh, non come quelli che si sono battuti il cinque a mò di staffetta in questi anni. Via uno psicopatico e avanti un altro! Uno a cui piaccio così come sono, non più magra, meno chiacchierona, più ordinata e meno rompicoglioni. Proprio così.

P.S. Quest'ultimo pensiero è dovuto solo alla sindrome pre-mestruale. Nel giro della prossima ovulazione tornerò ad essere la cinica di sempre che schifa gli uomini e sogna un futuro ricco di solitudine e avventure saffiche.

Concludo questo mio "rutto esistenziale" (questa espressione la coniò un mio professore del liceo parlando di Leopardi. Io l'ho sempre interpretata come "un'esternazione -di pensieri- piuttosto rimbombante e per qualcuno fastidiosa e inopportuna, un rutto per l'appunto; esistenziale poichè riguardante il senso della vita e gli interrogativi che essa ci pone") anticipandovi che il post del 22 dicembre si intitolerà senza dubbio "E quindi?".






La vita è breve e si muore sempre e comunque

Oggi vorrei parlarvi della mia immotivata serenità dell'ultimo periodo. So che di recente ho scritto un post dal titolo November Shit, ma ormai mi conoscete e sapete che io faccio della lunaticità la mia bandiera.

Il mio karma continua a prendermi per i fondelli. Nella mia vita precedente dovevo essere una gran stronza. I fatti più recenti che lo dimostrano sono:

  • Dopo la morte di Batuffolo, anche Trippa è passato a miglior vita investito da un'auto. Due gatti fatti fuori in una settimana. Erano entrambi neri, ma erano loro a toccarsi quando passavo io.
  • Fare un'ora e mezza di strada e riuscire ad evitare i cinque autovelox disseminati, per poi parcheggiare la macchina tre minuti per fare la pipì e prendersi una multa per divieto di sosta.
  • Prendere un multa per eccesso di velocità perchè viaggio 4km/h sopra il limite.Ovviamente tutto questo accade quando non tengo il becco d'un quattrino, in quei giorni infiniti che separano la fine dei soldi dall'arrivo della busta paga successiva.
  • Dire "Pensa che bello sarebbe vedere i The Gossip dal vivo" (non giudicatemi , a me Bettona piace tanto! Mi sento affine a lei per magrezza, eleganza, sobrietà e gusti sessuali decisi). Aprire il sito di TicketOne, trovare un concerto di Beth la prossima settimana, vedere che ci sono ancora biglietti e scoprire che io quella sera lavoro. 
  • Svegliarsi felici nonostante siano le 6.30 del mattino e nonostante il nebbione spesso come una coperta, spalancare le persiane con il sorriso ebete stampato in faccia e schiacciarsi un pollice. Lo so che non si dovrebbe bestemmiare, ma potevo esimermi? 
Qualcuno non crede al destino, alla sfiga, al karma. Ma io dico, avete bisogno di altre argomentazioni?

Come vi dicevo all'inizio però, io in questo periodo mi sento proprio bene. Ormai non dormo più di cinque ore per notte, mangio quando e dove capita, sono piena di energie e non rinuncio a niente, nonostante gli orari di lavoro che non sono proprio agevolanti le relazioni sociali e la carenza di risorse finanziarie. Ho pensato che la vita è breve e si muore sempre e comunque, quindi tanto vale godersela, stancarsi, arrivare a toccare un letto qualsiasi in una casa qualsiasi e addormentarsi immediatamente, con un pensiero felice in testa.

I gatti nascono e muoiono esattamente come noi, alcuni sono longevi e il loro trapasso avviene per vecchiaia, per altri la dipartita avviene in maniera ridicola, proprio come succede a molti umani (pensate a chi soffoca mentre fa bondage o chi cade dal balcone durante una gara a chi sputa più lontano).

Le multe si pagano, e anche se scoccia da bestia dare soldi a caso allo Stato, non c'è nulla di irrimediabile in una multa. Non c'è motivo di gioire, questo è certo, ma farsi il sangue amaro non è mai una buona cosa. Prenderla con filosofia is the way.

Le dita schiacciate fanno girare le palle, ma avere una storia idiota da raccontare agli amici su come te le sei procurate è sempre fonte di grande ilarità. E ridere fa molto bene alla salute.

Non so se vi ho convinti, alcuni mi dicono "Non c'è niente da ridere!" o "Come fai a non avere l'ansia?" oppure "Guarda che se ti stanchi troppo poi stai male". Mah, forse, ma ripeto la vita è breve e si muore sempre e comunque. Per me il senso sta tutto qui dentro a questa frase, che ognuno può interpretare come vuole. 




sabato 17 novembre 2012

Segreti e stimoli

"Se la tv è un narcotico, il blog può essere un ipnotico potentissimo, siamo rinchiusi nelle nostre casette e non facciamo nulla.
[Daniele Luttazzi]


Trovo questa frase mentre cerco nel web ispirazioni per il laboratorio di blog che devo tenere in questo e il prossimo fine settimana.Così inizio a riflettere sul significato che io attribuisco al mio blog. Amélie Nothomb ha detto: "In quest'epoca in cui anche la più insignificante delle adolescenti esibisce il suo blog, non c'è nulla di più desiderabile di questo: un segreto".

Beh, intanto il mio blog (e fa già 4 volte che ripeto la stessa parola!) l'ho aperto alla bella età di 25 anni, in cui l'adolescenza è finita da un pezzo. 

Sull'insignificanza posso anche darle ragione, non scrivo certo di argomenti culturalmente elevatissimi, ma che cos'è un blog se non una sorta di diario on-line? Che cos'è un blog se non una valvola di sfogo come tante altre, che però non rimane chiusa in un cassetto su fogli ingialliti come una poesia, o attorcigliata alle lenzuola come biancheria intima levata alla svelta, o tra le quattro mura bianco sporco di una palestra in cui andiamo a tirare calci. E' uno sfogo che diventa alla portata di tutti, come una canzone, un quadro, una forma d'arte. E sappiamo bene che l'arte non è percepita da tutti allo stesso modo, né nel farla, né nel fruirla. "L'arte è un pensiero che esce dal corpo, né più e né meno come lo sterco" [Zen Circus]. (Avrete intuito che per argomentare i miei incasinatissimi pensieri ho bisogno di appoggiarmi a destra e a manca citando persone che esprimono le proprie idee meglio di me).  

Questa roba possiamo chiamarla esibizionismo? Mah, volendo sì. Però io non riesco a trovare un'accezione negativa a questo termine. Metà del mondo ama essere guardata e l'altra metà guarda. Si fa del male a qualcuno? No. Credo di aver già parlato di questo argomento in qualche post, ma mi sono accorta che i miei tag fanno schifo nel momento in cui volevo cercarlo per autocitarmi (che è un po' come masturbarsi in pubblico, me ne rendo conto).

In ogni caso, tutto questo non significa che io non abbia dei segreti, figuriamoci. Ne ho, ne ho tantissimi. Non è certo leggendo il blog di qualcuno che posso dire di conoscerlo. Anzi, in questo mondo in cui è così facile avere dei rapporti virtuali, telematici, raccogliere informazioni su qualcuno attraverso i social media, crearsi una visione distorta delle persone, non c'è nulla di meglio che conoscersi davvero. In fondo su Instagram mettiamo solo il nostro profilo migliore, su Facebook scriviamo solo i nostri pensieri più intelligenti, su Twitter "cinguettiamo" solo a proposito delle cose più interessanti che facciamo. Ma le persone sono anche altro, per fortuna. Sono facce stanche dopo una giornata di lavoro, pensieri scoordinati dopo un paio di bicchieri di vino, telefonate inutili durante serate da pensionati passate sul divano perché in città non c'è niente da fare. 


Per tornare al buon Luttazzi, non mi sembra affatto che il blog sia un ipnotico, un sedativo. Io sinceramente non mi sono mai sentita tanto sveglia, desiderosa di dire la mia, di uscire per il mondo a vedere cosa c'è di cui parlare. E anche quando leggo i blog di altri, così come un giornale, o un libro, non mi accontento di aver sentito l'opinione di qualcuno, mi attivo per costruire la mia. Quindi no, caro Daniele, i blog non sono affatto degli ipnotici, semmai degli stimolanti.

Segreti e Stimoli. Sono due bellissime parole, due bellissimi concetti, che mi fanno tra l'altro pensare a quando ci si innamora di qualcuno. La voglia di avere dei segreti, qualcosa da proteggere dal resto del mondo, e di ricevere degli stimoli, di "contaminarsi" vicendevolmente. Stucchevole, vero? Sì, infatti. E' solo che non sapevo come concludere questo post







venerdì 2 novembre 2012

November shit

Non vomitare la sera e tenersi il vomito fino al mattino non è stata una buona idea, soprattutto visto che tra mezz'ora devo essere al lavoro. A colazione un probiotico come ogni mattina (sono una salutista!) e una pasticca di Plasil.

Mi infilo nella doccia così canto un po'. Mi esce una voce che manco Amanda Lear. Mal di gola, cazzo, no.  Vabbuò, canterò "Voulez-vous un rendez-vous, tomorrrrow" e mi spremerò un limone in bocca.

Mi sbatto in faccia un po' di fondotinta che ho un'aria davvero pietosa, sì che è il giorno dei morti ma non posso andare in giro così.

A lavoro merdoni mai più finiti che mi fanno pensare che non mi dispiacerebbe aprire un baretto in qualche località di villeggiatura o fare la rappresentante Avon per poter un giorno incontrare Edward Mani di Forbici.

Finisco tardissimo, troppo tardi per andare a fare un giro. No, dai, forse ce la faccio ancora. No, sono troppo sporca della più vasta selezione di secrezioni corporee di bambini per potermi presentare al mondo.

Arrivo a casa e Madre ha fatto la minestra di porri. Minchia che allegria.

Daje, pigiama e una tazza di latte che questa giornata ha da finì.

E invece no, arriva nonno che mi dice "E' morto il tuo gattino preferito!".

Datemi un po' di rhum per piacere.